Palazzo Madama

Il criterio con il quale è stato eseguito il lavoro tiene conto dell’occasione particolare dettata dall’anniversario, non è quindi basato sulla permanenza, ma sull’eccezionalità. Progettualmente quindi sono state effettuate scelte svincolate dalla concezione di un allestimento luci permanente, osando, per quanto riguarda la facciata, un’illuminazione dinamica nel mutamento dei cromatismi. L’apertura assimetrica del fascio luminoso investe l’intera superficie, determinando una illuminazione coerentemente distribuita caratterizzata da una temperatura morbida di luce bianca. Questo primo “vestito di luce” modificato con un’altra scelta cromatica, determina uno spostamento dell’opera architettonica dalla sua classicità a un valore nuovo, percettibilmente inedito, immerso nello scenario urbano contemporaneo. Interessante è questa metamorfosi che ritorna comunque ciclicamente alla sua prima classica interpretazione nel passaggio dal colore scelto al colore bianco. La seconda parte dell’intervento riguarda le quattro statue poste alla massima altezza dell’edificio ciascuna evidenziata da un proprio taglio di luce monocromatico chiaro e immutabile. Il terzo intervento riguarda l’ingresso dove sono stati sostituiti i punti luce esistenti con altri di minimo ingombro, ma molto efficaci, adatti a illuminare la volta centrale in modo da magnificare l’architettura e i decori con una ricaduta a campana della luminosità sul piano di calpestio.